La prima diva della musica classica: Jacqueline Du Pré

La prima diva della musica classica: Jacqueline Du Pré
Contenuti
  1. Una cometa nel mondo della musica classica
  2. Un fascino che ha attraversato le arti
  3. L’eredità di Du Pré

Poche figure sono considerate star della musica classica: quel tipo di giudizio è meritato solo da chi ha in sé non solo autentico talento ma anche una storia da raccontare, un approccio insolito alle esecuzioni, o una parabola particolarmente unica.

Nel caso di Jacqueline Du Pré, tutte queste qualità sono riunite in un’unica figura, così come accaduto per pianisti tanto geniali quanto sfortunati come Glenn Gould.

Una cometa nel mondo della musica classica

Morta a 42 anni nel 1987 per una diagnosi tardiva di una forma particolarmente aggressiva di Parkinson, Du Pré ha segnato il mondo della musica classica non solo grazie a una tecnica prodigiosa al violoncello, fatta di studi sotto – fra gli altri – Rostropovich. Sposata con Daniel Barenboim, è stata anche la sua espressività a renderla celebre, cosa che probabilmente ha messo in moto quella trasformazione che ha portato molti musicisti di impostazione classica a esibirsi come rockstar. Pensiamo ad Ara Malikian o, prima di lui, Nigel Kennedy: devono molto a Du Pré, nonostante non condividano con lei lo strumento di espressione.

Un fascino che ha attraversato le arti

Tale è l’impatto che Jaqueline Du Pré ha avuto sul grande pubblico, anche anni dopo la scomparsa, da percolare attraverso altre arti lasciando un’impronta fortissima nel mondo del cinema, della poesia (e della letteratura in genere), della pittura e della fotografia (celebri rimangono i suoi ritratti scattati da Sefton Samuels, con paralleli alla scultura di Bernini o ai quadri di Caravaggio).

L’eredità di Du Pré

È famosa la storia di Pablo Casals, che in una dedica proprio a una Jacqueline allora quindicenne, scrisse sei un genio. Lui seppe capirlo prima ancora che quella ragazza così minuta completasse i suoi studi.

Oggi ogni giovane violoncellista deve misurarsi con la sua figura così imponente e fragile insieme, capace di portare una passione mai vista prima nel mondo della musica classica. Così è anche il repertorio che lei stessa ha sbloccato: il concerto per violoncello di Edward Elgar era considerato impossibile da un lato, oscuro dall’altro: oggi è un cavallo di battaglia per milioni di musicisti. Merito di Jacqueline e della sua magia.

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